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Altri particolari sulle punizioni

643 – 656: In che modo vadano comminate le punizioni della casa


643.La prima è l’espulsione dalla casa, dal che Dio salvi ogni fratello.
La seconda è la perdita dell’abito, dal che Dio salvi ogni fratello.
La terza è quando a un fratello viene consentito di tenere l’abito, per amore di Dio, e viene punito con tre giorni interi, a meno che Dio e i fratelli non gli concedano la grazia di un giorno; e la punizione deve avere corso immediatamente, ovvero senza alcuna dilazione.

E se cade ammalato, l’elemosiniere può dare anche a lui il brodo dell’infermeria. E se è ammalato, prima di ricoverarsi nell’infermeria deve avvisare l’elemosiniere e il maestro o chi ne fa le veci. E questi deve comunicarlo ai fratelli, e se i fratelli sono d’accordo possono farlo possono farlo alzare, in nome di Dio; e se i fratelli non sono favorevoli, egli deve chiedere loro di lasciarlo entrare nell’infermeria, e se il fratello ne ha bisogno, essi devono concederglielo. Ma appena si è ristabilito deve riprendere la penitenza senza parlare con i fratelli. E così come un fratello penitente può essere fatto alzare da terra solo in seguito a una decisione dei fratelli, allo stesso modo nell’infermeria qualora sia infermo, solo in seguito a un giudizio dei fratelli, in conformità alle usanze della casa.
644. Sia noto a tutti che se un fratello viene privato dell’abito in capitolo e nel medesimo capitolo l’abito gli viene restituito, su preghiera dei fratelli e grazie al suo sincero pentimento, dal momento in cui è uscito dal capitolo senza l’abito, deve scontare due giorni di penitenza e il terzo gli verrà condonato, poiché ha riavuto l’abito ed ha patito una grande umiliazione davanti ai fratelli.
645. Tuttavia gli anziani della casa sostengono che quando un fratello viene privato dell’abito, e a causa del sincero pentimento e della buona condotta, ottiene che gli sia restituito l’abito, dopo aver mangiato un giorno senza l’abito, dovrà scontare un solo giorno di penitenza. E i due altri giorni gli dovranno essere condonati per l’umiliazione patita di fronte ai laici della casa. E dovrà essere affrancato da tutte le punizioni che avrebbe dovuto subire secondo le usanze della casa. Di norma i fratelli penitenti non vengono fatti alzare subito da terra quando l’abito viene loro restituito; ma dopo che il fratello ha mangiato una volta per terra con l’abito, chiunque può farlo rialzare, a patto che egli abbia scontato scrupolosamente la penitenza; e se non l’ha scontata scrupolosamente e in umiltà può essere lasciato per terra anche a lungo. – E tutti i fratelli del Tempio devono sapere che se un fratello muore prima di aver scontato la penitenza di un anno e un giorno, deve essere trattato come chiunque altro fratello.
646. La quarta è due giorni con l’aggiunta del terzo la prima settimana, se il terzo è nominato; e se non è nominato la penitenza dovrà essere di due soli giorni, ma se il terzo è nominato, si dovrà digiunare nel giorno corrispondente a quello in cui è stato commesso il peccato, eccezion fatta per la domenica; e se il peccato è stato commesso di domenica si digiunerà il lunedì. E questa penitenza di due giorni colpisce i fratelli privandoli di qualunque cosa tranne l’abito. E può essere inflitta per la più lieve delle mancanze, se essa infrange le norme della casa.
647. La quinta è due soli giorni. E se un fratello cui vengono inflitti due giorni di penitenza è un cavaliere o un sergente, può essere autorizzato a badare al proprio equipaggiamento, e se è un artigiano a continuare la propria attività. I fratelli puniti con due o tre giorni di penitenza devono condurre l’asino e svolgere le mansioni più umili della casa; e ogni domenica, prima che il capitolo abbia inizio, verrà loro inflitta la punizione corporale; e allo spuntar del sole devono rimanersene tranquillamente nella camerata, ma se esperti nella carpenteria o in un’altra arte possono lavorare. In questo modo si devono comportare i fratelli puniti per due, tre o quattro giorni; e non devono toccare le armatura a meno che non necessitino di essere riparate e non si possa fare altrimenti.
648. La sesta è un solo giorno, e se un fratello è punito per un solo giorno non deve condurre l’asino, né lavorare come quelli puniti per due o tre giorni.
La settima è il venerdì e la punizione corporale, ma il digiuno del venerdì deve essere sospeso durante le ottave di Natale, Pasqua e Pentecoste; e la punizione corporale deve essere inflitta solo dal cappellano. E se un fratello è infermo, colui che tiene capitolo deve dirgli di ricevere la punizione del cappellano.
649. L’ottava punizione è quando un fratello viene deferito davanti al maestro o agli anziani della casa per essere giudicato su qualcosa che lasci incerti i fratelli.
La nona è quando un fratello riceve l’ordine di presentarsi dinanzi al cappellano.
La decima è l’assoluzione.
650. Tutti i fratelli del Tempio sappiano che può privarli dell’abito solo che gode dell’autorità di assegnarlo. Neppure il maestro può far alzare un fratello da terra senza parlarne con gli altri fratelli, e un fratello penitente può essere fatto alzare solo con l’approvazione degli altri fratelli.
651. Se un fratello che ha abbandonato la casa torna per chiedere di potervi rientrare, deve andare dinanzi al portone o ogni volta che passa un fratello deve inginocchiarsi e chiedere pietà, per amore di Dio, e deve farlo numerose volte. E l’elemosiniere gli porterà del cibo alla porta e gli darà alloggio e rammenterà il suo caso a colui che tiene capitolo e che ha il potere di imporgli la penitenza. E dirà dinanzi a tutti i fratelli: <<Questo nostro fratello è davanti alla porta e chiede di essere riammesso nella casa che ha abbandonato per sua colpa, e confida nella misericordia della casa>>.
E colui che tiene capitolo parlerà in questo modo: <<Signori, e miei buoni fratelli, vi risulta che quest’uomo, il quale fu nostro fratello – e deve farne il nome – abbia fatto o preso qualcosa per cui non possa essere riammesso nella casa?>>E se non è così deve essergli concesso di rientrare nella casa.
652. Colui che desidera rientrare nella casa deve denudarsi e rimanere con le sole brache, stando sempre fuori dal portone, quindi presentarsi in capitolo con una corda intorno al collo e inginocchiarsi davanti a colui che presiede la riunione e a tutti i fratelli. E colui che tiene capitolo deve dire: <<Fratello, vi siete comportato stoltamente, lasciando la casa e l’Ordine>>. E colui che desidera rientrare nella casa deve mostrarsi afflitto e mortificato per aver agito con tanta stoltezza, e deve dichiarare di essere pronto a fare ammenda secondo le norme della casa.
653. E se quel fratello è noto per la sua cattiva condotta e poco propenso a scontare la penitenza diligentemente e in modo scrupoloso, colui che tiene capitolo deve parlare in questo modo: <<Fratello, sapete che vi spetta una penitenza lunga e severa; credo che sarebbe saggio da parte vostra chiedere4 il congedo per entrare in un altro Ordine per la salvezza della vostra anima, e ciò è quanto vi consiglio di fare>>. E se quello chiede di essere congedato, colui cui spetta di punirlo ha il potere di concederglielo, con il consenso dei fratelli. Ma se non lo chiede non potrà essere congedato, poiché non ha fatto nulla per cui debba essere espulso dalla casa; tuttavia prima di essere ammesso a chiedere perdono dinanzi al capitolo, la sentenza deve essere sospesa ed egli deve aspettare a lungo, affinché possa rendersi conto della propria stoltezza.
654. Ma se si tratta di un fratello noto per la sua buona condotta, sarà invitato a lasciare il capitolo e a rivestirsi; poi tornerà in capitolo e gli sarà inflitta la punizione e indosserà la cappa senza croce, secondo quanto è prescritto dalla casa. E sarà affidato all’elemosiniere e prenderà alloggio presso di lui. E da quel momento farà ciò che gli dice l’elemosiniere e seguirà le sue istruzioni; e se è infermo, l’elemosiniere farà in modo che egli possa avere ciò di cui ha bisogno per ristabilirsi; e il giorno in cui la penitenza ha inizio sarà messo per iscritto, affinché possa essere ricordato.
655. I fratelli penitenti non devono prendere parte alle riunioni dei fratelli, è essere interpellati, ma se è necessario si potrà chiedere il loro parere privatamente.
Inoltre gli anziani e onorati uomini della casa affermano che una colpa punibile con la perdita dell’abito non può essere giudicata alla presenza di un fratello che non abbia il potere di assegnare l’abito.
E affermano anche che, per antica consuetudine della casa, nessuna mancanza può essere punita con il venerdì, poiché dapprima si deve dare la punizione di uno o due giorni.
656. Se un fratello è in penitenza con l’abito, e viene dato l’allarme, gli saranno prestati armi e cavalli affinché possa combattere insieme agli altri fratelli, ma al termine dell’azione dovrà riprendere la penitenza.
Nessun fratello che abbia abbandonato la casa dovrà prendere parte all’elezione del maestro, né portare il gonfalone bicolore.

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