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Statuti dei fratelli cavalieri e dei fratelli sergenti, Statuti e le istituzioni gerarchiche della casa del Tempio

138 – 147: Statuti dei fratelli cavalieri e dei fratelli sergenti


138. Ciascun fratello cavaliere deve avere tre cavalli e uno scudiero; un quarto cavallo e un secondo scudiero possono essere assegnati a discrezione del maestro; ciascun fratello riceve inoltre una eguale razione d’orzo per i suoi cavalli; un usbergo, una calzamaglia di ferro, un elmo, un copricapo di ferro, una spada, uno scudo, una lancia, una mazza turca, degli spallacci, una cotta d’arme, calzature d’armi, e tre coltelli: un pugnale, un coltello per il pane e un temperino. E ancora due gualdrappe, due camicie, due paia di brache, e due paia di calzamaglie; e una piccola cintura di cuoio da allacciare sopra la camicia. E ciascun fratello deve dormire così vestito, a meno che non sia ricoverato nell’infermeria, o abbia ricevuto il permesso dei superiori. E ha diritto a un giustacuore con falde davanti e di dietro, una giubba di pelliccia, due mantelli bianchi, uno dei quali foderato di pelliccia;m e al giungere dell’estate il mantello foderato di pelliccia deve essere restituito al drappiere che deve riporlo nella sartoria.
139. E chiunque deve ricevere una cappa, una tunica, una cintura di cuoio da allacciare al petto; e tre pezzi di biancheria da letto: ovvero un sacco da riempire di paglia, un lenzuolo e una coperta leggera e quant’altro il drappiere decida di assegnarli; una coperta pesante da mettere sul letto o portare sulla cotta; e questa coperta deve essere bianca, nera o a strisce; e due bisacce: una per riporvi la camicia da notte e una per riporvi gli spallacci e la cotta d’arme; e una sacca di cuoio o di maglia di ferro per riporvi l’usbergo; ma se ne ha una non può avere l’altra.
140. E ciascuno deve avere un tovagliolo per mangiare e una salvietta per lavarsi la testa; e una stuoia per passare al setaccio l’orzo; e una coperta per il suo cavallo; ma se ha la stuoia non deve avere la coperta. E un caldaio per cucinare e una ciotola per dosare l’orzo; gli può essere consentito di avere un’ascia e una mola, ma se vuole portarle con sé durante i viaggi deve chiedere permesso al maestro. E può avere tre paia di bisacce da sella, una per sé e due per gli scudieri; due coppe per bere e due borracce; una cavezza, e una cintura con fibbia e una senza; una scodella di corno e un cucchiaio. Un cappello di stoffa e uno di feltro; una tenda e un picchetto; la sua sopravveste deve essere completamente bianca.
141. La sopravveste dei fratelli sergenti deve essere completamente nera, con una croce rossa davanti e una dietro. E i mantelli devono essere neri o bruni; hanno diritto allo stesso equipaggiamento dei fratelli cavalieri, ad eccezione dei finimenti dei cavalli, della tenda e del caldaio. Ricevono anche una cotta di maglia senza maniche, calzamaglie scoperte sui piedi e un cappello di ferro; e tutte le cose suddette, possono averle, in base alla possibilità della casa.
142. Ciascun fratello può donare a un altro una casacca portata almeno un anno, una vecchia cotta, una vecchia tunica, una vecchia camicia, vecchie brache e stivali corti; una lanterna, se è in grado di fabbricarla, una pelle di daino e una mantella di pelle di capra. Quando uno scudiero lascia il proprio signore, essendosi concluso il periodo in cui era al servizio della casa, il cavaliere può lasciargli tutti gli abiti che gli ha donato, ad eccezione della casacca vecchia di un anno, e se lo desidera può donargliene una vecchia di due anni.
143. Vi sono cinque fratelli sergenti che hanno diritto a due cavalli ciascuno: il sotto-maresciallo, il gonfaloniere, il cuoco del convento, il maniscalco del convento e il commendatore della Volta di Acri. Ognuno di questi cinque ha diritto a due cavalli e uno scudiero. Nessuno degli altri sergenti deve avere più di un cavallo; ma il maestro può assegnarne loro un altro e riprenderlo a sua piacimento; e se uno dei cinque suddetti viene nominato commendatore im una casa, il maresciallo deve ricevere l’altro cavallo.
144. Nessun fratello può accettare alcunché da un laico a titolo personale, senza averne ricevuto il permesso, ma può accettare solo doni o lasciti destinati al convento in elemosina.
É vietato ai fratelli accorciare gli staffili o la cinghia della sella, o il fodero della spada e neppure la cintura delle brache, senza averne ricevuto il permesso; ma è consentito sistemarsi la fibbia anche senza permesso.
Non è consentito ai fratelli prendere un bagno, sottoporsi a un salasso, assumere una medicina, recarsi in città o cavalcare al galoppo senza averne ricevuto il permesso; e se un fratello non ha ricevuto il permesso di recarsi in qualche luogo, non può inviare colà lo scudiero o il cavallo senza averne avuto il permesso.
145. Se mentre i fratelli sono a tavola uno di loro perde sangue dal naso, o viene dato l’allarme, o scoppia un incendio, o i cavalli sono agitati, per evitare danni alla casa possono alzarsi senza permesso e fare ciò che occorre; dopo, se lo desiderano, possono tornare a tavola.
I fratelli non possono abbandonare il dormitorio e andare a dormire altrove senza permesso; e quando sono accampati, non possono spostare le loro tende da un logo all’altro senza permesso; né possono trovare alloggio nella tenda di un laico o di un religioso senza essere stati autorizzati dai superiori, a meno che siano accampati accanto ai cavalieri dell’Ospedale.
146. Al suono delle campane o quando vengono chiamati per celebrare le ore canoniche o riunirsi in assemblea, tutti devono recarsi in chiesa, a meno che non siano infermi, non stiano impastando, non siano in procinto di forgiare il ferro, o non siano intenti a ferrare i cavalli, (o non si stiano lavando i capelli); i fratelli impegnati nelle attività menzionate possono assentarsi dalla non e dai vespri. Ma quando hanno portato a termine l’opera devono recarsi in chiesa per celebrare o ascoltare il servizio religioso. Dalle funzioni delle altre ore possono assentarsi solo gli infermi.
147. Nell’ascoltare la messa o le altre funzioni, i fratelli devono inginocchiarsi, sedere e alzarsi in piedi insieme; poiché così vuole la regola. Ma gli anziani e gli infermi, se non sono in grado di comportarsi come gli altri fratelli, devono stare in disparte in un angolo della chiesa; e coloro i quali non sanno in che momento inginocchiarsi, né come comportarsi durante il servizio delle ore canoniche, devono informarsi e imparare dai fratelli che lo sanno e prendere posto dietro di loro.

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